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Archivio mensile:marzo 2023

Ecco a voi il capolavoro contemporaneo: Everything Everywhere All at Once dei Daniels, un rutilante film campione di incassi negli USA e vincitore di ben 7 dico 7 Oscar, a quanto pare in grado di mettere d’accordo pubblico e critica cinefila, insomma una bomba!

E tale mi è sembrata, una bomba violenta e insensata, che dopo la prima mezz’ora di originalità frana nell’estenuante montaggio del di tutto di più (da cui il titolo), e avete voglia a dirmi che è una parodia della Marvel, che la supereroina è una lavandaia e il nemico l’agente delle tasse (motivo di empatia da parte del pubblico mondiale), che si cita questo e quest’altro (e Tarantino e Kubrik e fantascienza de noiartri) a me il film è sembrato un videogioco noioso, perché almeno nel videogioco si gioca, in più è un ipertesto caricato di troppo significato: la comunità asiatica, il cinema sudestasiatico, le relazioni Lgqbt+, la diversità, un po’ di infarinatura di quantistica e, alla fine, il melenso e abusato rapporto madre-figlia, che dall’epoca di Ingmar Bergman non si schioda più dal bisogno di un’accoglienza e comprensione rispetto al giudizio, la freddezza e il rifiuto materno dato dall’adesione a modelli superati.

Se ho accolto con gioia la notizia del premio a una brava attrice dalla lunga carriera come Michelle Yeoh, e soprattutto le sue belle parole, mi sento di concludere come mia madre quando, di fronte a certi nuovi romanzi splatter, diceva: “Non mi intendo di letteratura di oggi. I fratelli Karamazov, quelli sì che erano una storia che si capiva…” Anch’io non mi intendo di cinema nerd e intellettuale di oggi.