Ma a che serve Manzoni? Una noia mortale! Non è meglio leggere roba più moderna? Più attuale? Fantascienza o avventura, roba che ti scuote, ti emoziona?
Via, a che serve la letteratura? Un mortorio, e che cos’ha a che fare con noi, con oggi?
Per esempio, Manzoni, nel capitolo diciannovesimo dei Promessi Sposi, che, d’accordo, è un romanzo antico e lunghetto, un tantino prolisso e un po’ ricco di descrizioni, insomma, nel capitolo suddetto ci descrive come un certo “Conte zio”, togato, uomo che la sa assai lunga e che manovra nell’ombra, consiglia di agire per mantenere privilegi e poteri:
“son cose, come io le dicevo, da finirsi tra di noi, da seppellirsi qui, cose che a rimestarle troppo… si fa peggio. Lei sa cosa segue: quest’urti, queste picche, principiano talvolta da una bagattella, e vanno avanti, vanno avanti… A voler trovarne il fondo, o non se ne viene a capo, o vengon fuori cent’altri imbrogli. Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire.”
Ecco che la letteratura, antica e lontana, torna vicinissima e attuale, nel farci capire come da sempre ragionano e agiscono i potenti, i “conte zio”. Strano che siano sempre zii.